Lina Merlin, la prima senatrice della Repubblica Italiana

Lina Merlin, la prima senatrice della Repubblica Italiana

Lina Merlin è stata una componente dell’Assemblea Costituente e la prima donna a essere eletta al Senato Italiano. Il suo nome è inestricabilmente legato alla legge omonima, che nel 1958 abolì la prostituzione legalizzata.

Durante il regime

Lina Merlin (senato.it)

Nata a Pozzonovo il 15 ottobre 1887, Lina Merlin – Angelina all’anagrafe – visse dapprima a Chioggia e poi a Grenoble, dove approfondì la conoscenza della lingua e della letteratura francese, poi rientrò in Italia per dedicarsi all’insegnamento.

Iscrittasi al Partito Socialista Italiano, iniziò a collaborare con il giornale “La difesa delle lavoratrici”, di cui poi diverrà direttrice. È solo il principio, il tema della condizione della donna sarà sempre il filo conduttore della sua attività giornalistica e poi politica.

Dopo l’assassinio di Matteotti, di cui era amica e collaboratrice, Lina era ormai nel mirino e nel giro di due anni venne arrestata diverse volte. Al suo rifiuto di prestare il giuramento di fedeltà al regime, viene infine licenziata.

Tito Zaniboni

Il confino e il dopoguerra

Nel 1927, dopo il fallito attentato a Mussolini da parte di  Zaniboni e il conseguente scioglimento del partito socialista, il nome della Merlin finì su una lista di sovversivi, spingendola a riparare a Milano. La fuga, durante cui aveva cominciato a

collaborare con Filippo Turati, durò poco: Lina Merlin venne arresta a condannata a cinque anni di confino in Sardegna. Destinata inizialmente a Nuoro, verrà poi spostata tre volte per essere divenuta troppo benvoluta dagli abitanti del luogo, soprattutto dalle donne a cui insegnava anche a leggere e scrivere.

Nel 1930 tornò a Milano, dove incontrò e sposò Dante Gallani, medico ed ex deputato socialista, che morì soltanto quattro anni dopo.

Durante la guerra Lina collaborò con i partigiani, mettendo spesso a repentaglio la sua vita, scrisse articoli sul giornale clandestino “Avanti!” e ospitò nella sua casa – prendendovi parte attivamente – riunioni con Pertini e altri oppositori del regime.

Sala d’aspetto per la casa di M.me B. (1939) Arnaldo Dell’Ira

Alla fine del conflitto la Merlin si trasferì a Roma per dirigere il PSI e nel 1946 venne eletta all’Assemblea Costituente. A lei dobbiamo le parole “Tutti i cittadini…sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso”, che poneva le basi legali dell’uguaglianza tra uomini e donne.

La legge Merlin

Eletta al Senato, Lina si batté con costanza per il miglioramento della condizione delle donne. Uno dei tanti aspetti della situazione femminile che aveva sempre colpito la Merlin era l’esistenza delle case tolleranza, luoghi di sfruttamento e umiliazione che molti “capifamiglia” perbenisti e devoti trovavano accettabilissimo frequentare.

Tariffario di una casa di tolleranza (1923)

Decisa ad abolire la prostituzione legalizzati, nel 1858 riuscì a far promulgare la legge Merlin, Essa aboliva la regolamentazione della prostituzione, chiudeva le case di tolleranza e introduceva i reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Restò legale la prostituzione in sé, se esercitata volontariamente da maggiorenni.

Nel 1961 Lina fu informata del fatto che il PSI non intendeva candidarla nuovamente e decise di ritirarsi dalla scena politica, riapparendovi brevemente per sostenere il referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio che riteneva contro i diritti delle donne.

Lina Merlin morì il 10 agosto 1979, a quasi 92 anni, a Padova e fu sepolta nel cimitero monumentale di Milano.

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