Natale: dal Sol Invictus alla tradizione cristiana

Natale: dal Sol Invictus alla tradizione cristiana

22 Dicembre 2019 0 di Anna Maria Pierdomenico

Il Natale (dal latino diem natālem Christi) è la festa cristiana che celebra la nascita di Gesù ed è festeggiato nella maggior parte dei casi il 25 dicembre. Come è stata stabilita questa data? Scopriamolo insieme!

Le origini

La prima testimonianza della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre risale al 336. Essa è stata rivenuta nel Chronographus di Furio Dionisio Filocalo, un calendario illustrato per l’anno 354, accompagnato da testi e illustrazioni.

È molto probabile che la data sia stata scelta per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti, festeggiata per l’appunto nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.

Durante il tardo impero romano con l’appellativo di Sol Invictus si indicavano diverse divinità come Helios e Mitra, che finirono per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, all’interno di quello che fu definito “monoteismo solare”. Il culto del Sol Invictus ha origine dalle celebrazioni del rito della nascita del Sole in Siria ed Egitto, in cui i celebranti uscivano dai santuari a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un bambino. L’imperatore Eliogabalo, in carica tra il 218 e il 222 d. C.,  tentò di imporre a Roma  il culto di Elagabalus Sol Invictus, il Dio Sole di Emesa, la sua città natale, ma alla sua morte esso fu abbandonato.

Nel 272 l’aiuto della città di Emesa fu fondamentale per permettere a Roma di sconfiggere la sua più pericolosa nemica, la Regina Zenobia del Regno di Palmira. L’imperatore Aureliano dichiarò di aver avuto la visione del dio Sole che interveniva in loro aiuto, poi trasferì a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictus e ufficializzò il culto solare di Emesa, edificando un tempio sulle pendici del Quirinale e creando un nuovo corpo di sacerdoti. Si ritiene che proprio Aureliano scelse la data Dies Natalis Solis Invicti, ponendola alla fine della festa romana più antica, i Saturnali.

Di sconosciuto - Jastrow (2007), CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2599140

Moneta dedicata a Sol Invictus

I Saturnali

Dal 17 al 23 dicembre, a Roma si festeggiava Saturno, dio dell’agricoltura. Le celebrazioni iniziavano con sacrifici e grandi banchetti, durante cui i partecipanti si scambiavano l’augurio io Saturnalia, accompagnato da regali simbolici, detti strenne.

Durante questi festeggiamenti era sovvertito l’ordine sociale e gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente degli uomini liberi e comportarsi di conseguenza. Inoltre veniva eletto tramite estrazione a sorte un princeps, a cui veniva assegnato ogni potere e che veniva vestito con una buffa maschera e colori sgargianti. Il princeps, oltre ad essere una caricatura della classe nobile, personificava una divinità infera preposta alla custodia delle anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e dei raccolti.

Nel 330, dopo aver abbracciato la fede cristiana, l’imperatore Costantino emanò un editto che faceva coincidere il festeggiamento della natività di Gesù con la festività pagana della nascita di Sol Invictus. Papa Giulio I, verso la metà del IV, ufficializzò la data del Natale, ma fu solo con l’editto di Tessalonica di Teodosio I (380 d. C.) che il culto del Sol Invictus fu definitivamente abbandonato.

 

I Saturnali

I Saturnali

La data di nascita di Gesù

Attualmente il Natale cade il 25 dicembre sia per le chiese cristiane occidentali che seguono il calendario gregoriano sia per quelle orientali che seguono il calendario giuliano, che prima lo festeggiavano il 7 gennaio (cosa che ancora accade nelle chiese slave e copte).

Il reale anno di nascita di Gesù non è esplicitamente riportato né dai Vangeli (nello specifico Matteo e Luca) né da altre fonti del tempo e la datazione tradizionale all’anno 1 a.C. risale al monaco Dionigi il Piccolo nel VI secolo. Poiché i Vangeli fanno riferimento agli ultimi anni di regno di re Erode il Grande, gli studiosi generalmente datano la nascita di Gesù tra il 7 e il 4 a.C.

Nemmeno il giorno preciso della nascita di Gesù è riportato nei Vangeli. Tra i cristiani dei primi secoli non vi era interesse per il giorno in cui Cristo era venuto al mondo, in quanto la data di nascita era considerata molto meno importante di quella del concepimento, in cui aveva avuto luogo l’incarnazione del Verbo.

Col passare del tempo questa situazione mutò. Giovanni Crisostomo, uno dei dottori della chiesa martirizzato nel 407 d. C., sottolineò come nella nascita «l’Epifania, la santa Pasqua, l’Ascensione e la Pentecoste, hanno il loro fondamento e il loro scopo». Senza Natale, non ci sarebbe potuto essere altro.

Il Presepe

Il presepe è una rappresentazione della Natività di origine medievale basata sui versetti dei Vangeli di Matteo riguardo l’infanzia di Gesù. Il termine deriva secondo alcuni dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, secondo altri da praesepire, cioè recintare.

La più antica raffigurazione della Vergine con Gesù Bambino risale al III secolo e si trova nelle Catacombe di Priscilla, sulla Via Salaria a Roma. In seguito molti grandi maestri della pittura italiana ci hanno donato raffigurazioni della natività, chiamate anch’esse “presepi”. Ricordiamo tra gli altri Botticelli con l’Adorazione dei Magi, Giotto con la Natività della Cappella degli Scrovegni a Padova e Piero della Francesca con la Natività della National Gallery di Londra. Anche nella scultura non mancano esempi, come ad esempio i bassorilievi di Luca e Andrea Della Robbia.

Com’è nata questa tradizione?  San Francesco d’Assisi, tornato da qualche anno dalla Palestina, voleva rievocare la scena della Natività a Greccio (ora in provincia di Rieti), che trovava molto simile a Betlemme. Dopo essere stato autorizzato da papa Onorio III realizzò il suo proposito e nel 1223 il primo presepe vide la luce.

 

L’istituzione del presepe a Greccio, Giotto

L’albero di Natale

L’importanza rituale dei sempreverdi è diffusa fin dall’antichità, i Celti li decoravano durante le celebrazioni relative al solstizio d’inverno e i Romani usavano ornare le loro case con rami di pino durante le Calende di gennaio.

Un posto speciale era riservato all’abete. Per i  Vichinghi questi alberi erano sacri a Odino e venivano tagliati, portati nelle case e decorati in concomitanza con la notte più lunga dell’anno. Per gli Egizi l’abete era correlato con la nascita del dio di Biblo, i Greci lo ritenevano simbolo di rinascita e i Germani lo associavano alla nascita del fanciullo divino. In aggiunta, nella Bibbia il simbolo dell’albero è spesso presente, a cominciare dall’Albero della vita posto al centro del paradiso terrestre. L’uso dell’albero di Natale non tardò ad affermarsi anche nelle tradizioni cristiane.

Nonostante la Chiesa delle origini ne avesse vietato l’uso, per il Cristianesimo l’abete diventò ben presto simbolo di Cristo e della sua immortalità.

Secondo alcuni l’albero di Natale come lo conosciamo nacque a  Tallinn, in Estonia, nel 1441, quando nella piazza del municipio fu eretto un grande abete, attorno al quale i giovani ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella.  Altri ritengono invece che l’albero di natale sia originario della regione di Basilea in Svizzera.

Questa usanza, nata come pubblica, entrò nelle case nel XVII secolo in Renania. In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita, nella seconda metà dell’Ottocento.

Ragazza che decora l’albero di Natale, Marcel Rieder (1898)

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