Il bambino che disegnava le ombre – Recensione

Il bambino che disegnava le ombre – Recensione

Titolo: Il bambino che disegnava le ombre

Autore: Oriana Ramunno

Casa Editrice: Rizzoli

Anno: 2021

ISBN: 978-8817155748

N. Pagine:  384

Il bambino che disegnava le ombre

“E’ proprio bizzarro, non trova?”

“Cosa?”

“Che un uomo sia punito ad Auschwitz per aver commesso un omicidio.”

 

Torno con una delle mie piccole recensioni per parlarvi de Il bambino che disegnava le ombre, ultima fatica di Oriana Ramunno, giallo storico che ci trasporta in una delle pagine più nere della nostra storia.

E’ il 23 dicembre del 1943 quando il criminologo Hugo Fischer varca i cancelli di Auschwitz. Ha sentito strane storie sul posto ma non può nemmeno immaginare quale orrore sia sepolto sotto uno spesso strato di neve e di silenzio.

In quell’angolo di inferno è stato chiamato per investigare sulla morte del dottor Braun, un pediatra che lavorava accanto a Josef Mengele durante i suoi esperimenti con i gemelli, e immediatamente si ritrova a scontrarsi contro un muro di omissioni, di frasi lasciate in sospeso e con il comportamento inspiegabile di militari e infermieri.

Durante le indagini si imbatte in Gioele, il bambino che disegnava le ombre, uno dei gemelli studiati da Mengele che ha attratto l’attenzione del medico nazista per la rara e particolare colorazione dei suoi occhi. E’ stato proprio il ragazzino, durante una delle sue esplorazioni, a rinvenire il cadavere di Braun, e riesce ad imprimere nuova linfa alla ricerca dell’assassino grazie ai suoi straordinari disegni che ritraggono la scena del crimine.

Hugo Fischer è un personaggio duro, un uomo che ha visto più atrocità di quante se ne possano raccontare e fa pienamente parte – più per convenienza che per convinzione – del mondo nazista, ma è sconvolto e inorridito davanti a quello che accade nel campo di concentramento, mai avrebbe potuto credere che esistesse una così fredda e organizzata macchina di dolore e morte. Il suo senso di impotenza e di disprezzo per se stesso – ingranaggio del sistema, se pur in parte inconsapevole –  mentre vede i forni, gli esperimenti, le torture fisiche e psicologiche è reso con incredibile potenza, grazie anche allo stile incisivo dell’autrice.

Il bambino che disegnava le ombre è un giallo dal perfetto meccanismo investigativo e deduttivo, con una ricostruzione storica accurata – e coraggiosa, data l’ambientazione – e personaggi vividissimi. Non vi dico di più, vi lascio alla lettura.

Consigliatissimo.

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