Memorie – Recensione

Memorie – Recensione

Titolo: Memorie

Autore: Marco Pavoni

Casa editrice: Edizioni Tabula Fati

ISBN: 978-88-7475-724-4

Prezzo (Euro): 7

N. Pagine: 56

Memorie

Quest’oggi vi propongo di nuovo una breve incursione nel mondo della poesia, con le mie impressioni su Memorie, la silloge di Marco Pavoni uscita nel febbraio del 2019.

Come detto tempo fa, questo periodo di forzata cattività ha se non altro avuto il merito di permettermi la riscoperta della poesia; e le poesie di Marco Pavoni rappresentano degnamente il genere letterario, con uno stile classico e denso di rimandi ai grandi del passato.

Pavoni è nato a Chieti nel 1984 e Memorie, uscito per i tipi di Tabula Fati, non è la sua opera prima. “Immagini”, del 2009, e “Permanenza del sogno”, del 2014, sono infatti i primi due esiti del suo estro.

Ma veniamo a questa silloge, impreziosita dalla prefazione di Daniela D’Alimonte.

“Noi siamo quello che ricordiamo, il racconto è ricordo e ricordo è vivere” – sono le splendide parole del grande poeta Mario Luzi che ci accolgono all’inizio del viaggio tra le liriche di Marco Pavoni; e sono parole che non solo introducono, ma tracciano la rotta di questa silloge.
Nei versi di Pavoni infatti, il tema dei ricordi e della memoria – come si evince già dal titolo – sono molto presenti, se non addirittura centrali.

“Ribolle lo spazio per strani
episodi dell’essere nel mondo
si rivela nel calice d’un fiore
l’acuta speranza del bello”

Ho scelto questi versi, che concludono proprio la prima poesia del testo, perché emblematici del percorso di Pavoni; vi è infatti il tema dello spazio e del tempo, trattato dal poeta con uno slancio sincero che li unisce quasi in un’alchimia segreta. Ma vi è anche l’acuta osservazione della natura, in cui Pavoni eccelle, e la continua ricerca del bello e della luce, due temi che avvicinano la poetica dell’autore a quella di grandi del passato.

“Risorgerà l’esistenza del Tempo
lo scrigno che Dio apre
in menti offese dallo svariare del caso”

Così scrive più avanti Pavoni, trattando un altro argomento ricorrente di questa preziosa silloge, quello della fede e della consapevolezza, più ancora che speranza, della presenza di una forza superiore.

Lo stile di Marco Pavoni, come accennato, è molto classico, da poeta maturo ed esperto, tanto da rimandare ai grandi del Novecento, da Ungaretti a Quasimodo, da Saba al nume tutelare Mario Luzi.
Questa silloge, in definitiva, è consigliata soprattutto ai cultori della poesia più classica, ma anche ai profani che volessero avvicinarsi al genere, attraverso liriche limpide e tecnicamente ineccepibili.

 

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