
Agrippina Minore e la scalata al comando dell’impero
Proseguiamo il nostro viaggio tra le donne dell’antica Roma con Giulia Agrippina, nota come Agrippina Minore, figura di grande spicco e forse prima donna a detenere di fatto il potere a Roma.
Una famiglia perfetta
Proprio per il suo successo, Agrippina paga dazio con quasi tutti gli storici che ne parleranno e che costituiscono le fonti principali. Agrippina è una donna giovane, bella e che – con la strategia e i mezzi allora a disposizione – riesce a conquistare un potere mai visto per una donna. Gli storici ne fanno allora un mostro, esagerando le voci su presunti comportamenti immorali e su vizi tradizionalmente attribuiti alle donne. Quegli stessi vizi che, va da sé, coniugati al maschile diventano spesso virtù e comportamenti di cui farsi gran vanto.
Giulia Agrippina nasce sotto una buona stella: la madre, Agrippina Maggiore, è nipote di Augusto, figlia di Vipsanio Agrippa e Giulia Maggiore. Suo marito è nientemeno che Germanico, il condottiero che si copre di gloria in Germania, osannato da tutte le genti di Roma. Suoi fratelli sono Nerone Cesare, Druso Cesare, Drusilla, Giulia Livilla e – soprattutto – Gaio Cesare Caligola, il futuro imperatore.
La buona stella, purtroppo, tramonta subito: la famiglia di Agrippina Minore, con quella torma di ragazzini che cresce negli accampamenti germanici, zompettando e imitando i soldati, è destinata al massacro.

Ritratto di Agrippina Minore, Museo Archeologico di Milano.
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19581190
Una serie di sventure
Germanico ha successo, forse troppo per i gusti di Tiberio e muore giovane, in modo misterioso. Molti accusano proprio Tiberio, che si vede minacciato dal prestigio del condottiero. In successive lotte di potere, la madre finisce esiliata e due fratelli uccisi. A lei tocca sposare ad appena 14 anni Gneo Domizio Enobarbo, politico di trent’anni più vecchio che la ragazza odia sottilmente. Da un’unione così infelice non può nascere nulla di buono e, infatti, nascerà Nerone.
Quando Tiberio muore, al trono sale Caligola, giovane disturbato e morbosamente attaccato alle sorelle. I primi anni sono tranquilli e Agrippina, con le sorelle, è ricoperta di onori e vive nel lusso. Le voci sull’imperatore e il suo rapporto disturbato con le sorelle – specie Livilla – sono terribili, ma forse infondate. In ogni caso, Caligola inizia presto a dare i numeri, forse per pura crudeltà, forse per qualche male della mente.
Iniziano le congiure, vere e presunte: una di queste vede coinvolta proprio Agrippina che, scoperta, segue il destino della madre e viene esiliata. Nerone è affidato alla zia Domizia, donna particolare che lo avvia all’amore per l’arte. Congiura oggi, congiura domani, finisce che Caligola viene ucciso. Al suo posto, a sorpresa, diventa imperatore Claudio, zio di Agrippina. Per ora.
L’imperatore Claudio
Sì, perché il colpo di scena è in agguato.
Claudio è un brav’uomo, da sempre un po’ emarginato dalla corte, ma colto e di indole generosa. Subito fa rientrare Agrippina Minore dall’esilio e le rstituisce i beni confiscati. Agrippina, però, fiuta l’occasione e fa le sue mosse nell’ombra. Probabilmente c’è lei dietro la morte di Messalina, poi, con una serie di manovre, fa girare la testa allo zio e – complice una legge a hoc – lo sposa, diventandone moglie oltre che nipote.
La sua grande mira, però, non è quella di essere imperatrice consorte. No, Agrippina punta più in alto: vuole che Nerone diventi un giovanissimo imperatore, la figura ideale da manovrare come un fantoccio. Agrippina sa essere molto convincente e Claudio si fa persuadere a nominare erede Nerone, al posto del suo vero figlio, Britannico. Claudio, in questo modo, firma la sua fine: Agrippina lo fa avvelenare e finalmente ottiene quello che vuole: il potere.

Busto di Claudio (Museo archeologico nazionale, Napoli)
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16665918
Al comando
Agrippina ha appena 40 anni ed è di fatto l’imperatrice di Roma, in un’epoca in cui alle donne sono vietate tutte le cariche pubbliche. In tutte le sue trame, la donna ha tralasciato solo un dettaglio: Nerone e la sua personalità disturbata e incline a eccessi e cambi di bandiera. Dopo un inizio promettente, in cui Agrippina guida le mosse del figlio con l’aiuto di Seneca, Nerone diventa presto insofferente.
Dalle idee ai fatti, Nerone decide di sbarazzarsi di chi lo ha messo al potere, la madre. Per alcuni è decisiva l’influenza di Poppea Sabina, l’amante, ma pare il solito tentativo di dare la colpa a una donna. A macchiarsi del matricidio è Nerone, senza bisogno che qualcuno lo imbecchi.
Un primo tentativo, col goffo piano di inscenare un naufragio, fallisce. Nerone, allora, mette da parte la prudenza e invia i suoi soldati alla villa di Baia dove la madre si è rifugiata. Agrippina ha solo 44 anni e – secondo la leggenda – implora i suoi carnefici di colpirla al ventre, da dove è venuta quella sciagura del figlio.
Nerone, però, non si libera così della madre: sarà sempre perseguitato dal fantasma di Agrippina, donna decisa e intelligente che seppe conquistare il potere in una società in cui ciò sarebbe stato degno di ammirazione, se solo non fosse stata una donna.