Io sono l’abisso – Recensione

Io sono l’abisso – Recensione

Titolo: Io sono l’abisso

Autore: Donato Carrisi

Casa Editrice: Longanesi

ISBN: 9788830453500

Anno: 2020

Prezzo (€): 22

N° di pagine: 384

Io sono l’abisso

Oggi, per la mia rubrica di piccole recensioni, voglio parlarvi di un apprezzatissimo omaggio trovato sotto l’albero di Natale: Io sono l’abisso di Donato Carrisi. Sono sempre stata una grande appassionata di Thriller – amore nato ai tempi de Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris e di Postmortem di Patricia Cornwell – ma ho cominciato a leggere Carrisi con colpevole ritardo. Quest’anno però, dopo aver letto Il suggeritore, ho colmato la lacuna e mi sono appassionata moltissimo.
Carrisi, tra le altre cose, è un criminologo, dunque delle deviazioni della psiche umana ne sa parecchio, inoltre è evidente un grande studio su casi veramente accaduti. Anche il libro di cui vi voglio parlare è ispirato a eventi reali, a testimonianza del fatto che gli orrori di cui sono capaci gli esseri umani nel mondo tangibile superano di gran lunga la più estrema fantasia.
Io sono l’abisso ha come teatro il lago di Como, che ci appare nella sua decadente veste invernale, assai lontana dalle immagini da rotocalco delle ville dei vip. L’unica presenza umana costante di questo scenario fuori stagione è lui, l’uomo che puliva, protagonista senza nome a caccia di segreti nascosti tra la spazzatura. L‘uomo che puliva lo sa, ciò che buttiamo via dice di noi più di quanto vorremo ed è fondamentale per un cacciatore come lui. Ogni mattina il netturbino compie il proprio giro, seguendo una rigida routine che gli permette di affinare il suo naturale dono di passare inosservato, senza il quale il suo enorme, oscuro segreto rischierebbe di essere rivelato.
Tutti i calcoli e le pianificazioni del mondo però, vengono spazzati via dall’incontro con la ragazza col ciuffo viola, che lui salva dall’annegamento rispondendo ad un impulso insopprimibile che va contro ogni sua solita, fredda scelta razionale. L’uomo che puliva non sa che mentre cerca di mediare tra l’istinto di proteggere la ragazza e il terrore che prova per Micky – l’anima nera che si nasconde dietro la porta verde e che gode nell’uccidere – qualcuno ha già cominciato a indagare su di lui per stanarlo. La chiamano la cacciatrice di mosche e sa bene quanto dolore possa infliggere un essere umano per il suo solo diletto.
Io sono l’abisso è un romanzo molto meno labirintico dei precedenti che lo letto, ma la trama più lineare non sminuisce minimamente la sensazione di ansia e suspense, che invece sono molto ben presenti. In più di un passaggio ci si sente come spettatori davanti ad un evento terribile – di cui immaginiamo in parte l’esito drammatico – che rimangono paralizzati senza riuscire a intervenire. Credo che il climax di tensione che riesce a instaurare sia davvero uno dei pregi principali dei romanzi di Carrisi, insieme a quell’atmosfera claustrofobica in cui sembra che il tempo smetta di scorrere, per poi accelerare all’improvviso.
 Io sono l’abisso è un thriller psicologico con tutti i crismi, che ci permette inoltre di avvicinarci ai protagonisti e di empatizzare con loro e di sporgerci pericolosamente per osservare dove certi abissi hanno origine. Consigliato.
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