L’Aquila e dintorni: il forte spagnolo e i resti di Amiternum

L’Aquila e dintorni: il forte spagnolo e i resti di Amiternum

4 Aprile 2024 Off di Anna Maria Pierdomenico

Avete in programma un viaggio in Abruzzo? Se vi troverete all’Aquila e nei suoi dintorni non potete perdervi – tra le tante bellezze – il forte spagnolo e il sito archeologico di Amiternum

Il Forte Spagnolo dell’Aquila

La costruzione del castello dell’Aquila è strettamente legata alla dominazione spagnola e ai tentativi di rivolta da parte della città. Nel 1527 infatti, dopo ventiquattro anni di dominazione iberica L’Aquila si ribellò contro la dominazione iberica e venne saccheggiata e occupata militarmente.

Questo evento venne preso a pretesto per costringere la città a sostenere totalmente le spese della costruzione di un nuovo castello – il viceré di Napoli desiderava un ammodernamento delle strutture difensive – versando 100.000 ducati annui. Per poter iniziare i lavori fu necessario radere al suolo un intero quartiere e per realizzare gli enormi cannoni furono fuse le campane della città, tra cui la grande Campana della Giustizia posta sulla Torre Civica.

La costruzione

La costruzione proseguì spedita fino al 1567, anno in cui cominciò progressivamente a fermarsi, tanto che il forte non fu mai effettivamente completato né utilizzato per scopi militari e divenne residenza dal governatore spagnolo. In seguito, il castello fu utilizzato dai francesi nel’800 e dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.

Il Forte è circondato da un profondo e largo fossato, mai riempito d’acqua, è dotato di quattro bastioni e ha come accesso principale un sontuoso portale bianco. Inquietanti e suggestivi sono i sotterranei, forse adibiti a prigioni.

Nel secondo dopoguerra il castello passò sotto l’amministrazione della Pubblica Istruzione e dopo il restauro avvenuto nel 1951 ad opera della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d’Abruzzo e Molise, divenne sede del Museo Nazionale d’Abruzzo e di altre istituzioni. Il terremoto del 2009 ha purtroppo danneggiato il maniero.

Castello cinquecentesco L’Aquila – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5581623

I suggestivi resti di Amiternum

Amiternum era un’antica città prima sabina (IV secolo a.C.) e poi romana, i cui resti si trovano nei pressi di San Vittorino (AQ). Durante il periodo romano Amiternum fu un centro fiorente e fu dotata di numerose opere pubbliche, tra cui un anfiteatro, un teatro, un acquedotto e numerose terme. Il teatro (I secolo) aveva una capacità di circa 4.000 spettatori ed era utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e gladiatorie.

Era situato su una collina e la sua costruzione sfruttava la pendenza del terreno per creare una cavea semicircolare di cui sono ancora visibili i resti, insieme a quelli della scena e del palcoscenico. La cavea era divisa in tre settori, ognuno dei quali riservato a una diversa classe sociale. La scena era alta circa 10 metri ed era decorata con colonne e statue. La parte posteriore del palcoscenico ospitava i camerini degli attori e il deposito dei costumi e degli accessori.

L’anfiteatro

L’anfiteatro (I secolo), costituito da un’arena centrale circondata da gradinate a più livelli, era di dimensioni notevoli – poteva contenere circa 10.000 spettatori – ed era utilizzato per spettacoli di gladiatori e venationes (combattimenti contro animali).

La struttura dell’anfiteatro è stata in gran parte distrutta dal tempo e dalle intemperie, ma sono ancora visibili i resti delle gradinate, dell’arena e delle gallerie sotterranee utilizzate per lo spostamento degli animali e dei gladiatori.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, Amiternum perse progressivamente importanza e fu abbandonata nel corso del VI secolo d.C. Oggi rimangono alcune vestigia, tra cui le mura ciclopiche, i resti dell’anfiteatro e delle terme e una parte del teatro.

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