I Giardini pensili di Babilonia

I Giardini pensili di Babilonia

30 Aprile 2024 Off di Anna Maria Pierdomenico

Siamo arrivati agli ultimi due appuntamenti con le meraviglie del mondo antico e le strutture che ci aspettano sono le più antiche e molto diverse tra loro. Parliamo infatti di una meraviglia ancora esistente e ben conservata, la Piramide di Cheope, e di una di cui non sappiamo quasi nulla, i Giardini pensili di Babilonia. Oggi vi racconto proprio di questi ultimi.

Molti misteri

Le fonti scritte che ne parlano vanno da Filone di Bisanzio, vissuto nel II secolo a.C., a Diodoro Siculo, che scrive circa cento anni dopo, per arrivare a Flavio Giuseppe e Curzio Rufo, autori di I secolo. Il problema è che, secondo la leggenda, i giardini pensili di Babilonia furono edificati nel VI secolo a.C.

Comprensibile, dunque, che se ne sappia poco; non c’è unità sull’aspetto della strutture, su dove fosse situata e se fosse davvero a Babilonia o a Ninive. Alcuni studiosi ipotizzano addirittura che i mitici giardini siano un’invenzione bella e buona. Ma andiamo con ordine.

Secondo la tradizione, la meraviglia venne costruita sotto Nabucodonosor II, ma l’accordo non dura nemmeno su questa notizia; secondo altre fonti, infatti, a volere i giardini fu la regina assira Semiramide. La leggenda narra che Nabucodonosor fece costruire i giardini in omaggio alla giovane moglie Amiti, che si struggeva di nostalgia per il suo paese natale sulle montagne persiane.

La via processionale a Babilonia, fatta costruire da Nabucodonosor II – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=72501391

I giardini

Forse i giardini si sviluppavano su terrazze sovrapposte a forma di piramide tronca che potevano arrivare anche a 40 metri di altezza dal suolo. Tuttavia, le tante illustrazioni fantasiose sono ricostruzioni dovute di volta in volta all’artista che se ne occupa.

I giardini prevedevano una sorta di orto botanico in cui la vegetazione era composta non solo da alberi e vegetazione autoctone, ma anche da piante importate fino a Babilonia da tutte le parti del mondo; capirete che anche questa notizia, tenendo conto dei mezzi dell’epoca, pare piuttosto azzardata.

La prosperità dei giardini dipendeva da un ingegnoso sistema d’irrigazione, ottenuto sfruttando l’acqua dell’Eufrate. Una sorta di ingranaggio a ruota chiamato “noria”. L’acqua veniva così portata fino al piano più alto e, scendendo, formava ruscelli e cascatelle che correvano lungo i giardini, mantenendo il suolo umido.

Va detto che della stessa Babilonia, meravigliosa quanto leggendaria metropoli d’epoca situata nei pressi dell’odierna Baghdad, non si sa molto. Infatti, oltre a fantasiose ipotesi e alle fake news bibliche che la accusano dei più scellerati crimini (ricordate la famosa torre?), le pur ricche fonti storiche ci dicono poco sul suo aspetto e sui suoi veri numeri.

 

La Porta d’Ishtar, ricostruita al Pergamonmuseum di Berlino – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1409322

Scoperte e smentite

Nei secoli, i giardini sono stati più volte ritrovati per poi capire che si trattava d’altro. L’archeologo tedesco Robert Koldewey, il primo a condurre scavi sul sito tra il 1889 e il 1917, era convinto di averli rinvenuti all’angolo nordorientale del Palazzo Meridionale. L’enorme ambiente da lui scoperto si rivelò essere probabilmente un semplice magazzino.

Wiseman era convinto fossero “sopra e a settentrione della grande muratura a ovest”, per Stevenson i giardini sarebbero stati un edificio a terrazze indipendente ma molto vicino al Palazzo Meridionale, e probabilmente a sud di esso; Stephanie Dalley, per mischiare ulteriormente le carte, si convinse che i giardini fossero a Ninive, dato che le antiche fonti confondono spesso le due città.

Insomma, i Giardini pensili di Babilonia finiscono per essere una delle antiche meraviglie che più affascinano ancora oggi. Ognuno, infatti, può immaginarla come vuole e il fatto che potrebbe non essere esistita non fa che aumentare la sua aura di leggenda.

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