
Fossa, tra antiche necropoli e affreschi medievali
Fossa è un piccolo comune in provincia dell’Aquila, noto per ospitare “la Stonhenge abruzzese”, una necropoli caratterizzata da menhir, e la straordinaria chiesetta di Santa Maria ad Cryptas.
La necropoli di Fossa, la Stonhenge abruzzese
Il sito inglese di Stonehenge è certamente il complesso megalitico (precisamente un cromlech) più celebre al mondo e quello più legato ad ipotesi e misteri più o meno fantasiosi. Ma se vi dicessi che anche in Abruzzo abbiamo qualcosa di affine? Si tratta della necropoli vestina di Fossa, rinvenuta nel 1992 nella piana alluvionale dell’Aterno, durante i lavori di scavo per la costruzione di un capannone industriale. I resti più antichi, quelli di una cinta fortificata, sono stati datati tra IX e l’VIII secolo a.C. La necropoli in sé per sé è costituita da circa 500 sepolture di tipi differenti. Le più antiche (IX e VIII secolo a.C.) sono semplici fosse o tumuli – delle sorte di cupole – e il dettaglio che associa questo sito archeologico a quello inglese è la presenza di file di Menhir, allineati in maniera decrescente in corrispondenza delle tombe maschili.

Menhir https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35736969
I corredi funerari
I corredi funerari di quel periodo sono costituiti da gioielli per le donne e armi per gli uomini, sono presenti inoltre vasi di importazione etrusca. Nel VI secolo a.C. si passa a sepolcri a fossa semplice e a piccole alcove in laterizi per i bambini. Seguono poi – ormai nel pieno della “romanizzazione” – le vere e proprie tombe monumentali, tipiche del II-I secolo a.C., in cui vengono inumate intere famiglie e che sono riccamente decorate. I reperti più recenti risalgono al I secolo a.C., quando alla tumulazione viene piano piano a sostituirsi la cremazione, con il raccoglimento delle ceneri urna che verrà deposta in una tomba spoglia. Molti dei corredi funerari rinvenuti nelle varie sepolture sono conservati al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo (Villa Frigerj, Chieti).

Necropoli https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35736977
La chiesa di Santa Maria ad Cryptas
La chiesa di Santa Maria ad Cryptas (o delle Grotte) si trova nel comune di Fossa (L’Aquila) e la sua costruzione iniziò nel IX o X secolo d.C., insieme a quella della cripta da cui prende il nome. Su quell’antica struttura, circa quattrocento anni dopo, è stata edificata l’attuale chiesa in stile romanico, utilizzando anche resti provenienti dalla città romana di Aveia. La facciata principale è semplice, decorata solo dalle colonne e dall’arco a sesto acuto che circondano il portale e da una finestra realizzata in tempi più recenti. L’interno, ad unica navata, in pieno contrasto con l’aspetto scarno dell’esterno è quasi interamente coperto di affreschi, un tripudio di colore.

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas (Fossa), interno https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77378874
I cicli pittorici
I cicli pittorici sono datati tra il 1264 e il 1283, anno a cui risale anche la più celebre opera della chiesa, “La madonna del latte” di Gentile da Rocca, ora conservata nel Museo Nazionale all’Aquila. Il primo ciclo di affreschi ci mostra delle scene della Genesi, il secondo invece rappresenta vari patriarchi e santi all’interno di nicchie. Ad omaggio del committente, che era un cavaliere, furono anche dipinti San Giorgio che uccide il drago e San Martino che si toglie il mantello. Un terzo ciclo di affreschi ci mostra l’Ultima Cena e la Passione di Cristo e quello sulla controfacciata riproduce Il Giudizio Universale.
Nella cripta, presumibilmente ricavata da un tempio dedicato a Vesta, sono presenti un altare e una porzione di affresco raffigurante la Crocifissione. Santa Maria ad Cryptas è stata gravemente lesionata durante il terremoto del 2009, tanto da dover essere chiusa al pubblico. Solo dopo un restauro lungo quasi dieci anni è tornata visitabile.

Affresco dell’Ultima Cena (1285)
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