La Statua della Libertà

La Statua della Libertà

12 Marzo 2025 Off di Anna Maria Pierdomenico

Una cosa che colpisce in questo nostro viaggio tra le Meraviglie del Mondo, antiche e moderne, è che non si incontrano mai gli Stati Uniti. E invece, a spulciare bene tra i monumenti esclusi, qualcosa troviamo: la Statua della Libertà.

Le origini

Eppure, anche in questo caso, si può parlare di una struttura americana solo per il suolo su cui poggia la base della statua. Infatti, la “Libertà che illumina il mondo”, questo il vero titolo dell’opera, è di creazione e produzione francese. Ma allora perché la Statua della Libertà è diventata il simbolo proverbiale degli Usa?

Dobbiamo tornare nel periodo tra gli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento francese, quando prende corpo l’idea di donare agli Stati Uniti un monumento che incoraggi una sorta di gemellaggio tra le due nazioni. All’epoca la monarchia è ancora il tipo di governo più diffuso e Francia e Stati Uniti si sentono accomunati dalle rispettive rivoluzioni.

I nomi da ricordare sono due.
Édouard René de Laboulaye, un politico fautore della terza Repubblica e feroce nemico dello schiavismo, e Frédéric Auguste Bartholdi, scultore e patriota impegnato in mille progetti.

Édouard René de Laboulaye

L’idea

Una curiosità: all’epoca, Bartholdi è preso dal progetto di una enorme statua che dovrebbe essere collocata a guardia dell’imbocco nord del canale di Suez. Un monumentale faro ispirato al Colosso di Rodi, nelle forme di una antica fallah egiziana, avvolta in una veste drappeggiata e con una torcia in mano. Lo scultore le dà il nome di “L’Egitto che illumina l’Asia”.

Vi ricorda qualcosa? E sì, la futura Statua della Libertà si rifà non poco a questo progetto che tramonta per mancanza di fondi.

L’idea del dono francese torna in auge con la Terza Repubblica, al punto che Bartholdi si reca a New York alla ricerca del sito giusto. Lo individua, col consenso del presidente Grant, nella Bedloe’s Island, visibile da tutte le navi che arrivano in America.

Frédéric Auguste Bartholdi

Il progetto va in porto

Tra molte difficoltà economiche e strutturali, il progetto decolla anche grazie al contributo fondamentale di Gustave Eiffel. È l’ingegnere a cui dobbiamo l’omonima torre a mettere a punto il rivoluzionario scheletro in tralicci di metallo.

Il monumento viene inaugurato nel pomeriggio del 28 ottobre 1886.
Dopo qualche iniziale dubbio, gli americani accolgono il dono con il loro proverbiale entusiasmo, tanto da farne in breve il simbolo di quella libertà che tanto amano reclamare come caratteristica dominante del loro pensiero.

La statua raffigura una donna dallo sguardo fiero, personificazione della Libertà. Drappeggiata con una lunga toga, è scolpita nell’atto di elevare una fiaccola al cielo, mentre con l’altra mano tiene una tavola recante la data della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (il 4 luglio 1776).

Il monumento è visitabile all’interno, tanto che si può salire fino alla corona dopo aver superato una serie di controlli di sicurezza. Nei primi vent’anni era possibile accedere addirittura a una sorta di balconcino ricavato nella torcia. Il punto più alto misura circa 93 metri di altezza – 46 metri di statua più il basamento.

la Statua della Libertà -https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=84048565

Le copie

Esistono molte repliche della statua. Forse la più famosa, grande circa un quarto dell’originale, è quella posta sull’Île aux Cygnes a Parigi, ben visibile dalla sua sorella maggiore la Torre Eiffel. Curiosamente, la replica è frutto di un dono quasi all’inverso del primo, essendo stata finanziata e regalata dalla comunità americana di Parigi.

Forse, però, l’immagine più suggestiva e di culto della Statua della Libertà è quella del film “Il pianeta delle scimmie”, in cui la testa giace semisepolta da secoli in un banco di sabbia.

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