Livia Drusilla, la prima imperatrice

Livia Drusilla, la prima imperatrice

21 Settembre 2024 Off di Anna Maria Pierdomenico

Nella storia delle donne dell’antichità, in particolare a Roma, il lieto fine non c’è quasi mai. All’epoca le donne non avevano praticamente diritti e, pur con tutti i progressi fatti nell’età imperiale, se riuscivano a ritagliarsi un angolo di potere venivano diffamate e messe alla berlina, ritenute streghe dissolute e non di rado finivano male. Livia Drusilla, moglie di Ottaviano Augusto, è in un certo senso un’eccezione.

Una fine stratega

Non è certo il tipo di donna che si ribelli ai soprusi del tempo o che miri a mettere in discussione l’estabilishment. No, Livia è una fine stratega, lontana dalle passioni umane, che con intelligenza finisce secondo alcuni per radunare nelle sue mani più potere perfino di Augusto.

Livia fa parte della gens Giulio-Claudia e si sposa a 16 anni con Tiberio Claudio Nerone, fiero avversario di Ottaviano e sostenitore dei cesaricidi. I due hanno già un figlio, il futuro imperatore Tiberio, quando devono fuggire in esilio proprio a causa delle proscrizioni di Ottaviano. Quando c’è un’amnistia, la coppia torna a Roma e indovinate un po’ con chi si incrocia il destino di Livia? Proprio con Ottaviano, che la vede e se ne innamora subito.

Il secondo matrimonio

Sembrerebbe una storia quasi da filmetto d’amore di serie B, ma la realtà è un po’ più prosaica. Ottaviano vuole probabilmente assicurarsi il sostegno dei potenti Claudii e questi, per sopravvivere, non disdegnano l’unione. E Livia? In tutto ciò, ha voce in capitolo? No, ovviamente, tanto che non sappiamo nemmeno se Ottaviano la prenda con la forza o con il suo consenso, mentre la donna è incinta di sei mesi.

Il matrimonio, però, nonostante non produca eredi e con premesse tutt’altro che esaltanti, funziona e sarà d’esempio per le unioni imperiali future. Livia Drusilla diventa il simbolo della nuova e perfetta matrona romana: sopporta le infedeltà del marito, lo segue ovunque senza fiatare, gli cuce i vestiti e vive in un sobrio lusso, totalmente sottomessa.

Le chiedono, da vedova, come abbia fatto ad andare d’accordo per decenni con Augusto: “Facendo senza problemi tutto quello che mi chiedeva, senza interferire nei suoi affari né pretendere di partecipare ai suoi passatempi passionali.”

Estatua de LIVIA DRUSILA. Mármol. Primer cuarto del siglo I. Paestum, Campania, Italia. Museo Arqueológico Nacional de España, Madrid.

La rete del potere

Questa l’apparenza, ma dietro le quinte e l’apparente sottomissione, la nostra matrona si costruisce pian piano una rete di potere. Livia Drusilla opporta le infedeltà di Augusto perché probabilmente non gliene può importare meno e, dietro le quinte, Livia lavora per assicurare alla sua gens una dinastia di imperatori.

Non ha figli da Augusto, ma alla fine riesce a piazzare come nuovo imperatore il figlio suo, Tiberio. Ottaviano le confida i suoi piani e segreti, trattandola più come un consulente che come una moglie.

Per giustificare i comportamenti dell’imperatore, che professa una rigida moralità bacchettona con la “lex iulia” ma nel privato è piuttosto farfallone, i suoi difensori si coprono di ridicolo.

Sostengono che Augusto vada a letto con tutte le donne che gli si parano davanti per apprendere eventuali piani segreti dei loro mariti. Insomma, il più classico dei “lo faccio per lo stato!”

Una serie di accuse

Livia Drusilla, però, paga comunque il suo potere, pur rimanendo fedele a vita all’immagine che si è scelta, quella della matrona perfetta. I contemporanei, infatti, non possono comunque perdonare a una donna di avere tanto potere e insinuano che al centro delle precoci morti di molti aspiranti al trono ci sia la sua mano. Addirittura qualcuno si spinge a vedere un avvelenamento anche dietro la morte di Augusto, nonostante l’imperatore renda l’anima a 76 anni, età da record per quella volta.

Il piano che però non riesce del tutto a Livia è quello che porta al trono Tiberio.

Per un po’ le cose funzionano e la donna continua a tirare i fili dell’impero, poi Tiberio – uomo spesso freddo e umorale – si stanca di lei e inizia a fare una serie di dispetti degni di un adolescente.

L’epilogo

Impedisce al Senato di nominarla Mater Patriae, “Madre della Patria”, si sposta a Capri per sfuggire alla sua influenza e quando Livia si ammala non corre al suo capezzale. Quando la donna muore, poi, contro il volere di tutti, non la fa divinizzare. Ci penserà Claudio, una volta imperatore, a renderle questo onore.

Livia muore a oltre settant’anni.
La sua non è la figura della donna pioniera che scalda il cuore, ma con la sua strategia razionale e con le possibilità a disposizione, riesce comunque a raggiungere risultati all’epoca proibitivi per una donna.

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