
Katharine Hepburn, il veleno per il botteghino
Katharine Hepburn, ritenuta dall’American Film Institute la più grande attrice statunitense di tutti i tempi, nacque il 12 maggio 1907 ad Hartford.

Katharine Hepburn come Jo March in “Piccole donne”
L’infanzia
La Hepburn veniva da una famiglia di mentalità estremamente aperta: il padre, urologo, era uno strenuo assertore della necessità di informare la gente sui rischi delle malattie veneree e la madre era suffragetta, sostenitrice della contraccezione e fondatrice di Planned Parenthood, un’associazione a sostegno della maternità responsabile e pianificata.
L’infanzia di Katharine Hepburn venne segnata da un episodio tragico: un giorno trovò il fratello Tom impiccato. A quel punto, Katharine cadde in depressione e vi rimase per lungo tempo.
Nel 1924 si iscrisse al Bryn Mawr College e nel 1928 si laureò in storia e filosofia. Nello stesso anno sposò Ludlow Ogden Smith, uomo d’affari che la sostenne nei primi anni della sua carriera di attrice, ma con cui i rapporti si rovinarono in pochi anni. La coppia avrebbe divorziato nel 1934.
L’esordio
Nel 1928 esordì a Brodway, quando dovette sostituire la protagonista di “The Big Pond”. Katharine non diede una prova soddisfacente e infine venne licenziata. Il riscatto arrivò nel 1932, quando si fece notare per la sua interpretazione di Antiope nel dramma “The Warrior’s Husband”, una rivisitazione in chiave moderna di “Lisistrata”.
Leland Hayward, agente di Hollywood, vide una performance della Hepburn in” The Warrior’s Husband” e le chiese di fare un provino per il film “Febbre di vivere”. Il regista George Cukor rimase impressionato dal talento dell’attrice e la scritturò. Il film ebbe un enorme successo e segnò l’inizio del sodalizio professionale tra Katharine e Cukor.

Katharine Hepburn e James Stewart in “Scandalo a Filadelfia”.
Katharine vinse il suo primo premio Oscar nel 1934, per il film “La gloria del mattino”, e il suo successo proseguì con il ruolo di Jo March in un adattamento cinematografico di “Piccole donne”. L’interpretazione le valse la Coppa Volpi alla 2ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Veleno per il botteghino
Nel 1933, Katharine decise di cimentarsi nuovamente col teatro e Jed Harris, un produttore teatrale, le propose di apparire nello spettacolo The Lake. L’esperienza si rivelò disastrosa. Nel frattempo dovette sopportare un’altra amara delusione quando il suo nuovo film, “Argento vivo”, venne stroncato da pubblico e critica. La Hepburn tenne per tutta la vita una foto di Hicks, il suo personaggio, appesa come monito nella sua camera da letto.
A questi due insuccessi ne seguirono altri, tanto che nel 1938 venne etichettata come «veleno per il botteghino». Oltre ai problemi dati da una serie di film impopolari, sorsero queli riguardanti l’atteggiamento della Hepburn, che era rude e sprezzante con la stampa. Inoltre, non rilasciava interviste e si negava alle richieste di autografi, il che la rese invisa al pubblico e le valse il soprannome di “Katharine l’arrogante”.
La rimonta
Nel 1940 iniziò la sua rimonta professionale, grazie alla sua performance nella commedia teatrale “Scandalo a Filadelfia.” Howard Hughes, partner della Hepburn all’epoca, intuendo il potenziale della commedia le comprò i diritti cinematografici. La prima tournée di “Scandalo a Filadelfia” ebbe un un grande successo e molte case di produzione avvicinarono la Hepburn per produrre la versione cinematografica. Katharine Hepburn decise di vendere i diritti alla Metro-Goldwyn-Mayer (MGM).

Katharine Hepburn in “Indovina chi viene a cena?”
Grazie al film che seguì, “La donna del giorno”, Katharine Hepburn conobbe Spencer Tracy, che divenne suo partner sul set e, segretamente, nella vita.
Nella seconda parte della sua carriera, vinse altri tre premi Oscar per le sue interpretazioni in “Indovina chi viene a cena?”, “Il leone d’inverno” e “Sul lago dorato” (1981). Dal 1970 cominciò a dedicarsi ai film per la televisione, vincendo anche un Premio Emmy come miglior attrice protagonista per “Amore tra le rovine”, al fianco di Laurence Olivier.
Abbandonò le scene nel 1994, all’età di 87 anni, dopo aver recitato in “Love Affair – Un grande amore”.
Katharine Hepburn si spense ad Old Saybrook, il 29 giugno 2003.
Nella sua carriera la Hepburn ha vinto quattro Oscar, due premi BAFTA, un NYFCC Award, un David di Donatello, una Coppa Volpi a Venezia e un prix a Cannes.
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