Luisa Sanfelice: l’eroina tragica della Rivoluzione Napoletana

Luisa Sanfelice: l’eroina tragica della Rivoluzione Napoletana

25 Ottobre 2025 Off di Anna Maria Pierdomenico

Sabato 11 settembre 1800, Napoli.
Luisa Sanfelice, una giovane donna di straordinaria bellezza e animo vulnerabile, attendeva nella sua cella l’esecuzione della condanna a morte. L’accusa: tradimento, per aver involontariamente contribuito a uno dei momenti più drammatici della Rivoluzione Napoletana del 1799.

Origini e vita privata

Nata nel 1764 a Napoli, Luisa di Molina, che in seguito avrebbe preso il cognome del marito Sanfelice, apparteneva a una famiglia nobile decaduta. Sin da giovane, la sua bellezza catturò l’attenzione dell’aristocrazia napoletana. Sposò il duca Andrea Sanfelice, un matrimonio combinato che però si rivelò infelice e segnato da tradimenti reciproci. Nonostante il suo status di nobildonna, Luisa si trovò spesso in difficoltà economiche e sociali, trovando conforto in una vita disordinata, in mezzo alle passioni e alle relazioni.

La Rivoluzione Napoletana del 1799

Nel 1799, Napoli fu travolta dai venti della rivoluzione. Le truppe francesi, sotto il comando del generale Championnet, occuparono la città, instaurando la Repubblica Napoletana. Molti nobili, compresi quelli che inizialmente avevano sostenuto la monarchia, si schierarono con i rivoluzionari, sperando in un nuovo ordine. Tra di loro c’era anche Luisa, coinvolta suo malgrado in intrighi politici che andavano oltre la sua comprensione e capacità di azione.

Ritratto della famiglia di Ferdinando IV, Angelika Kauffmann

Ritratto della famiglia di Ferdinando IV, Angelika Kauffmann

Il ruolo involontario nella congiura

Il destino di Luisa fu segnato da un episodio in particolare: la scoperta di una congiura monarchica. Un giovane ufficiale, Gerardo Baccher, legato alla famiglia monarchica, aveva consegnato a Luisa una lettera contenente dettagli su un piano per restaurare il potere dei Borbone. Luisa, non comprendendo del tutto la gravità del contenuto, consegnò la lettera al suo amante, l’ufficiale Ferdinando Ferri, il quale rivelò il complotto ai vertici della Repubblica Napoletana. L’azione di Luisa portò all’arresto di numerosi monarchici e alla loro condanna a morte, contribuendo, seppur inconsapevolmente, alla soppressione della congiura.

Cattura e condanna a morte

Con la caduta della Repubblica Napoletana e il ritorno di Ferdinando IV sul trono, però, la vendetta dei Borbone fu implacabile. Coloro che avevano sostenuto la repubblica furono catturati, processati e giustiziati. Luisa Sanfelice, nonostante il suo coinvolgimento marginale, divenne un simbolo della repressione borbonica. Maria Carolina, la potente regina di Napoli, la vedeva come una traditrice e volle fare di lei un esempio, rifiutando ogni tentativo di clemenza.

Durante i mesi di prigionia, Luisa fu condannata a morte, ma la sua esecuzione fu più volte posticipata. Rimase incinta in prigione, un fatto che le consentì un temporaneo rinvio della pena, poiché secondo la legge, non si poteva giustiziare una donna in stato di gravidanza. Tuttavia, il suo bambino nacque morto, e con esso si spense l’ultima speranza di Luisa di salvarsi.

L'arresto di Luisa Sanfelice, Modesto Faustini

L’arresto di Luisa Sanfelice, Modesto Faustini

L’esecuzione e il ricordo storico

L’11 settembre 1800, Luisa Sanfelice fu condotta al patibolo, dove affrontò la morte con una dignità che colpì profondamente coloro che vi assistettero. Il suo volto angelico e la sua fragilità trasformarono la sua esecuzione in un momento di profondo pathos. Non era una rivoluzionaria per convinzione, né un’eroina per scelta, ma la sua tragedia personale rifletteva le feroci tensioni politiche e sociali di un’epoca.

Luisa fu sepolta senza onori, ma la sua storia continuò a vivere nei racconti popolari e nelle opere letterarie, ispirando romanzi e drammi. Diventò un’icona di innocenza sacrificata agli eventi politici, una donna coinvolta suo malgrado in eventi più grandi di lei. Dumas le dedicò il romanzo “La Sanfelice”.

Scopri anche

La mia pagina Facebook