
Palazzo d’Avalos a Vasto: storia, arte e panorama sul Golfo
Nel cuore del centro storico di Vasto (CH), Palazzo d’Avalos si erge maestoso sul promontorio che domina il golfo, testimone di secoli di storia, nobiltà e bellezza.
Una dimora nobiliare tra Medioevo e Rinascimento
Le origini di Palazzo d’Avalos si perdono nel tempo. Le fonti documentarie sono scarse, ma una delle prime menzioni ufficiali risale al 1427, quando il condottiero Giacomo Caldora risarcì alcuni frati agostiniani per la confisca di un terreno. In quel periodo la struttura era già presente, probabilmente come residenza signorile fortificata.
Con la caduta della famiglia Caldora, il palazzo passò prima ai De Guevara e infine agli Avalos, potenti feudatari spagnoli, che lo trasformarono nella loro residenza principale nel Regno di Napoli. La vita all’interno del palazzo era dinamica: accanto alla famiglia marchionale vivevano ufficiali, funzionari e il vice-marchese, che si occupava dell’amministrazione del feudo in assenza dei signori.

La Chiesa di Santa Maria Maggiore (a sinistra) e il grande complesso del palazzo d’Avalos – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9102386
Distruzioni e restauri: il palazzo nel corso dei secoli
Nel 1456, un violento terremoto colpì l’Italia centro-meridionale, danneggiando gravemente anche Palazzo d’Avalos, che rimase in stato di abbandono per decenni. Solo un secolo dopo, l’edificio fu oggetto di un importante restauro che ne rilanciò il prestigio architettonico.
Ma le disavventure non erano finite: nel XVI secolo Vasto fu saccheggiata dalla flotta ottomana di Piyale Pascià. Anche se l’entità esatta dei danni resta incerta, le fonti raccontano che il palazzo fu parzialmente devastato e rimase per lungo tempo diroccato.
Nel 1701, durante la guerra di successione spagnola, Cesare Michelangelo d’Avalos, marchese di Vasto, perse il feudo per aver appoggiato la causa borbonica. Al suo posto subentrò Antonio Lante Montefeltro della Rovere, duca di Bomarzo. Quando Cesare Michelangelo tornò dall’esilio nel 1713, trovò la dimora saccheggiata e spogliata di molti arredi.

Ingresso laterale nel muro di cinta del giardino, lato loggia Amblingh – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52274020
I musei di Palazzo d’Avalos: arte, archeologia e tradizioni
Oggi, dopo attenti restauri, Palazzo d’Avalos è una delle principali attrazioni culturali dell’Abruzzo meridionale. L’edificio ospita i Musei Civici di Vasto, articolati in quattro sezioni:
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Museo Archeologico: un viaggio attraverso la storia antica del territorio vastese, con reperti romani e pre-romani di grande valore.
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Pinacoteca dei Fratelli Palizzi: una ricca collezione di dipinti, con opere di Filippo, Giuseppe, Nicola e Francesco Paolo Palizzi, protagonisti dell’Ottocento italiano.
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Museo del Costume Tradizionale Abruzzese: un omaggio alla cultura popolare, con abiti d’epoca, gioielli e testimonianze della vita quotidiana.
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Museo d’Arte Contemporanea: spazio dedicato all’arte del Novecento e oltre, con opere di artisti italiani e internazionali.
Un giardino affacciato sul mare
A rendere ancora più affascinante la visita è il Giardino napoletano, un angolo di quiete che si apre sul panorama mozzafiato del Golfo di Vasto. Con le sue siepi all’italiana, il pergolato e la vista che spazia fino alle Isole Tremiti, è uno dei luoghi più suggestivi del centro storico.