Massa D’Albe: Alba Fucens, il Castello e la chiesa di San Pietro

Massa D’Albe: Alba Fucens, il Castello e la chiesa di San Pietro

Nel comune di Massa D’Albe (AQ), non lontano dai ruderi del castello Orsini e del borgo di Albe Vecchia e della chiesa medievale di San Pietro, si staglia il sito archeologico di Alba Fucens. 

Alba Fucens

Fondata tra il 303 e il 304 a.C. come colonia nel territorio degli Equi, fu subito dotata di una cinta muraria per difenderla dalle incursioni delle popolazioni locali. La città si sviluppò poi rapidamente, nel centro urbano sorse il foro, furono edificati mercati e ville patrizie.
 
La costruzione più nota è certamente il grande anfiteatro fatto costruire proprio grazie al lascito testamentario di un patrizio di nome Macrone e che fa ancora bella mostra di sé. Ad Alba Funcens non mancavano importanti edifici religiosi, come il tempio di Iside, il sacrario di Ercole e il tempio di Apollo, su cui è stata edificata in seguito la chiesa di San Pietro in Albe.

Venere di Alba Fucens – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53244581

Le vestigia

Tuttora visibili sono i resti del ponte-sifone in località Arci e dell’acquedotto romano. Anche la cinta muraria è in buona parte ben conservata e alloggia tre porte principali: Massima, di Massa e Fellonica. Il nome Alba Fucens è menzionato per l’ultima volta nel 537, quando la città venne occupata dai bizantini durante la guerra gotica.
 
Nel medioevo la località, ormai conosciuta come Albe, divenne un importante centro amministrativo del regno di Sicilia. Già dichiarata monumento nazionale nel 1902, Alba Fucens fu oggetto per la prima volta di scavi sistematici solo nel secondo dopoguerra, da parte un gruppo di lavoro dell’Università Cattolica di Lovanio.
 
Le ricerche sono poi continuate nel corso del tempo e dopo il 2006 c’è stata una campagna da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo.

Via dei Pilastri – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39273151

Macrone e Caligola

Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone, o Sertorio Macrone, ma meglio conosciuto semplicemente come Macrone, fu un militare e uomo politico dell’Antica Roma. Il suo nome è legato a doppio filo con l’Abruzzo, essendo nato nel 21 a.c. ad Alba Fucens, antico centro romano di cui oggi si conservano le rovine nel comune di Massa D’Albe, in provincia dell’Aquila.

Attraverso complesse vicende politiche, legate a congiure e intrighi di cui la storia dell’antichità è piena, Macrone arrivò a costruirsi una solida carriera sotto l’Imperatore Tiberio, che lo investì del prestigioso ruolo di Prefetto dei Vigili.

 

L’anfiteatro di Alba Fucens

Il lascito che però lega maggiormente Macrone alla sua terra natale, l’Abruzzo, è rappresentato dallo splendido anfiteatro di Alba Fucens. La struttura venne costruita dopo la sua morte, avvenuta nel 38 dopo Cristo, grazie proprio alle sue volontà riportate nel testamento.

Ma cosa aveva portato alla morte di Macrone? La causa fu il suicidio, ma in realtà il suo gesto porta la firma di un nome consegnato alla storia: Caligola.
Il rapporto che legò Macrone e Caligola fu profondo, fin dai tempi in cui il futuro Imperatore era ancora un principe. L’adulazione di Macrone era assai gradita al giovane, tanto che – appena eletto alla massima carica – Caligola fece in modo di accrescere sempre più il potere di Macrone.

 

Anfiteatro – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=67941729

Un finale tragico

Spesso, quando si lega il proprio destino a quello di un folle, le cose finiscono male. E così Caligola, geloso del potere che lui stesso aveva dato all’amico Macrone, la cui moglie era tra l’altro sua amante, si stancò presto di lui.

In un crescendo di insofferenza, Caligola arrivò a ordinargli il suicidio, e così a moglie e figli.

Il Castello Orsini

A Massa D’Albe, non lontano dall’area archeologica, sorge il castello Orsini, edificato dalla famiglia omonima a partire dal 1372. Sullo stesso sito in precedenza sorgeva un altro castello, fatto costruire dai signori di Albe e poi distrutto nel 1268 da Carlo I d’Angiò, dopo la vittoria nella battaglia di Tagliacozzo.

Il maniero fu danneggiato dal terremoto della Marsica del 1915 ma rimase in piedi e durante la seconda guerra mondiale divenne quartier generale nazista. Proprio per questo la zona venne devastata dai bombardamenti. Ci rimangono tre lati della cinta muraria, il portale d’accesso e tre torrioni.

Castello Orsini – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42788808

San Pietro in Albe

La chiesa di San Pietro in Albe ha origini più antiche, la prima struttura paleocristiana sorse sui resti tempio di Apollo e assunse un aspetto analogo a quello che vediamo oggi nel 1200. Dico analogo perché l’edificio fu distrutto dal terremoto del 1915 e ricostruito negli anni Cinquanta utilizzando quasi esclusivamente componenti originali.

La chiesa ha tre navate e ospita un ambone duecentesco in stile cosmatesco, un tipo di decorazione con mosaici di marmo e vetro di ispirazione bizantina. Il portale risale al 1130 e sotto l’abside troviamo la cripta. La navata è separata dal coro da una struttura divisoria decorata con colonnine tortili, realizzata nel XIII secolo.

Nel 1997 la colonnine della chiesa di Massa D’Albe sono state rubate e nel 1999 sono state ritrovate gravemente danneggiate. Ora, dopo un fine e accurato restauro, sono tornate al loro posto.

San Pietro in Albe – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=71960874

 

Articolo in collaborazione con Andrea La Rovere

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