UN ANNO e altri giorni – Recensione

UN ANNO e altri giorni – Recensione

Titolo: UN ANNO e altri giorni

Autore: Daniela D’Alimonte

Casa editrice: Edizioni Tabula Fati

ISBN: 978-88-7475-691-9

Anno: 2019

Prezzo (Euro): 6

N. Pagine: 48

 

UN ANNO e altri giorni

Quest’oggi, per il mio angolo delle recensioni, vi parlo nuovamente di poesia con “Un anno e altri giorni” di Daniela D’Alimonte; è davvero un piacere introdurre questa breve silloge tanto leggera nel formato quanto ricca di contenuti importanti.

Daniela D’Alimonte è dirigente scolastico e giornalista, veste in cui ha collaborato anche con “Il Centro”. Da sempre attivissima a livello culturale, ha scritto numerosi saggi incentrati su dialetto e toponomastica abruzzesi; è inoltre direttore artistico del Premio Nazionale Parco Majella e del Premio di poesia dialettale V. De Meis di Rocca Pia.

Un anno e altri giorni si pregia dell’introduzione scritta da Federico Moccia e ci propone la poetessa in una veste intimista, resa attraverso un uso estremamente raffinato della lingua italiana, di cui Daniela è appassionata e studiosa. Nonostante ciò, le parole usate denotano anche una ricerca di semplicità, e l’efficacia del messaggio è resa maggiore dalla brevità delle composizioni.

La silloge – come suggerisce il titolo – è divisa in due parti. Un anno propone dodici poesie, una per ogni mese dell’anno e si muove su un piano emozionale che predilige umori nostalgici se non malinconici. Croce e delizia della D’Alimonte è la capacità di osservare la realtà e l’umanità che la circondano, il talento nel cogliere le più sottili sfumature che spesso si traduce in una ricerca del senso della vita.

“Ora scavo nel momento che mi aggioga,
faccio i passi e sono sempre punto e a capo
e non trovo via di scampo che mi salvi,
o inganni questa mia malinconia”.

Le liriche sono tratte da “Pensavo”, la poesia che apre la raccolta ed è dedicata a gennaio, e lasciano trasparire proprio questa – a tratti vana – ricerca del senso nelle azioni più o meno quotidiane; una ricerca che si evolve nei vari mesi dell’anno, trovando una luce di speranza nella conclusione di dicembre:

“Cammino tra la gente frettolosa
nell’aria fredda della prima sera
e mi piace questo essere nel mondo”

E proprio una maggiore apertura alla speranza, l’anelito ad attimi magari fuggevoli di felicità, permeano la seconda parte – gli Altri giorni – della raccolta. Un altro tema centrale è quello della maschera, la finzione, se volete. Un approccio sincero che scorgiamo in particolare nella conclusione di “Un pugno di pensieri”:

“E bastano queste quattro mura
e questa penna,
per dire che il giorno
comunque è passato
e che ho fatto bene finta
di averlo vissuto”.

Liriche che introducono un altro tema caro a Daniela, quello della casa come porto sicuro che, assieme alla ricerca di contatto umano, pervade questa seconda parte.

“Un anno e altri giorni” è dunque un viaggio in cui la poetessa ci accompagna, a volte reso uggioso dalla malinconia, altre illuminato da sottili lame di luce, come in fondo è il viaggio della vita di ognuno.

 

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